mercoledì 1 aprile 2009

Madrigale musicato da Giovanni da Firenze

« Agnel son bianco e vo belando be,
e, per ingiuria di capra superba
belar convengo e berdo un boccon d'erba

El danno è di colui, io dico in fè
che grasso mi de' aver con lana bionda,
se capra turba e non m'abbi tonda.

Or non so bene che di me sarà,
ma pur giusto signor men mal vorrà »

martedì 24 marzo 2009








La grande fioritura italiana del madrigale cessò poco dopo il '400, quando iniziarono a diffondersi composizioni profane con carattere regionale:





  1. nel Veneto la villotta (semplice aria accompagnata in coro)

  2. a Venezia la giustiniana o viniziana (canti di tradizione semipopolare ad opera di Leonardo Giustiniani)
  3. a Firenze la canzone a ballo e canto carnascialesco (per carri e per trionfi)
  4. a Napoli la barzelletta e lo strambotto (cantati e improvvisati sul liuto)

Aspetti stilistici di questi generi musicali:

a) melodia nel canto

b) accompagnamento prevalentemente accordale

c) semplicità della declamazione

d) parallellismo di forma testuale e di forma canora



giovedì 19 marzo 2009

La forma letteraria del madrigale del '300 prevedeva 3 versi settenari o endecasillabi, liberamente rimati e riuniti in una stanza; le stanze variavano da 2 a 4.
Tutti i madrigali messi in musica hanno un ritornello o coda di 1-2 versi che ha lo scopo di riassumere il senso del componimento.
Gli strumenti potevano accompagnare le voci (madrigali polifonici, 2-3 voci) o sostituirle (madrigali puramente strumentali).
Le prime forme di madrigale si diffusero a all'interno delle corti "arcadiche" di Venezia.

Schema metrico del madrigale musicale:
ABB (prima stanza), ACC (seconda stanza), DD (ritornello).
Ritorno all'origine del mio blog...oggi volevo riportarvi il significato del termine madrigale.
Due sono le ipotesi del significato di questo termine e, quindi, di questo genere musicale:
1) "madrigale" deriverebbe da "materialis" (in opposizione a "formalis"), in riferimento ad una poesia senza regole e forma specifiche;
2) da "matrix", in riferimento al "cantus matricalis", melodia nella lingua madre, o a "matrix ecclesia", melodia ecclesiastica.
Tale termine fu menzionato per la prima volta da Francesco da Barberino (1313 ca.), che lo definisce rudium inordinatum concinium: "canto rozzo e disordinato".

mercoledì 18 marzo 2009

Eccomi di nuovo! Riporto la versione della Ballata di Geordie, rivista da un altro autore inglese, che De Andrè ha poi ripreso, ri-tradotto liberamente e quindi musicata. Buona lettura!

Geordie (second ballad)
Air and text: Thomas D'Urfey, "Pills to purge Melancholy",1719-1720

As I walk’d o’er London Bridge
One misty morning early
I overheard a fair pretty maid,
Was lamenting for her Geordie.
"O, my Geordie will be hang’d in a golden chain,
’tis not the chain of many,
He was born from King’s royal breed
And lost to a virtuous lady."
Go bridle me my milk-white steed,
Go bridle me my pony,
I will ride to London’s Court
To plead for the life of Geordie.
"O Geordie never stole nor cow, nor calf,
He never hurted any,
Stole sixteen of the King’s royal deer
And he sold them in Bohenny.
"Two pretty babes have I born,
The third lies in my body,
I’d freely part to them ev’ry one
If you’d spare the life of Geordie."
The judge look’d over his left shoulder,
He said, "Fair maid, I’m sorry,
So, fair maid, you must be gone,
For I cannot pardon Geordie."
O my Geordie will be hang’d in a golden chain,
’tis not the chain of many,
Stole sixteen of the King’s royal deer
And he sold them in Bohenny.

(Traduzione)
Mentre attraversavo il Ponte di Londra
Una nebbiosa mattina, presto
Sentii per caso una bella fanciulla
Che si lamentava per il suo Geordie.
"Impiccheranno Geordie con una corda d’oro
Non è una catena per molti;
È nato da stirpe reale
E fu affidato a una dama virtuosa.
"Mettete le redini al mio bianco cavallo,
Mettete le redini al mio pony;
Cavalcherò fino alla Corte di Londra
A implorare per la vita di Geordie.
"Geordie mai rubò una mucca o un agnello,
Non ha mai fatto del male a nessuno;
Ha rubato sedici cervi del Re
E li ha venduti a Bohenny. "
"Ho partorito due bei bambini,
Il terzo lo porto in grembo;
Darei volentieri tutti e tre
Se salvaste la vita di Geordie."
Il giudice si guardò la spalla sinistra,
Disse, "Mi dispiace, bella fanciulla;
Bella fanciulla, te ne devi andare
Perchè non posso perdonare Geordie."
Impiccheranno Geordie con una corda d’oro
Non è una catena per molti;
Ha rubato sedici cervi del Re
E li ha venduti a Bohenny."

lunedì 16 marzo 2009

Ho parlato di ballate... non posso non riportare il testo di un grande autore di ballate inglesi, che è stato messo in musica da un grande cantautore italiano, Fabrizio De Andrè:

La versione di "Geordie" di Fabrizio De André è stata tradotta, con l'aggiunta di due strofe originali, da un originale ballata popolare inglese. Pare che "Geordie" abbia anche un fondamento storico: il giovane protagonista potrebbe infatti essere il conte di Huntly George Gordonche, condannato a morte per essersi ribellato al Re di Scozia Giacomo VI nel 1589, ma poi liberato per intercessione della sua famiglia. La prima versione fa parte dei testi forniti da Robert Burns, il più grande poeta dialettale scozzese, per lo "Scottish Musical Museum" di James Johnson (1787-1803), la seconda è una delle "Pills to Purge Melancholy" di Thomas D’Urfey(1719-1720). In quest'ultima Geordie da traditore diventa bracconiere (la caccia di frodo nelle tenute e nelle riserve reali era punita spesso con la pubblica impiccagione), e l'happy end scompare per lasciare posto al dolcissimo lamento della moglie dopo il rifiuto del perdono da parte del re.

Geordie (first ballad)Air and text: Robert Burns,"The Scottish Musical Museum",ii., 618-620

There was a battle in the north,
And nobles there was many,And they hae kill’d Sir Charlie Hay,
And they laid the wyte on Geordie.
O he has written a lang letter,
He sent it to his lady;
Ye maun cum up to Enbrugh town
To see what words o’ Geordie.
When first she look’d the letter on,
She was baith red and rosy;
But she had na read a word but twa,
Till she wallow’t like a lily.
Gar get to me my gude grey steed,
My menzie a’ gae wi’ me;
For I shall neither eat nor drink,
Till Enbrugh town shall see me.
And she has mountit her gude grey steed,
Her menzie a’ gaed wi’ her;
And she did neither eat nor drink
Till Enbrugh town did see her.
And first appear’d the fatal block,
And syne the aix to head him;
And Geordie cumin down the stair,
And bands o’ airn upon him.
But tho’ he was chain’d in fetters strang,
O’ airn and steel sae heavy,
There was na ane in a’ the court,
Sae bra’ a man as Geordie.
O she’s down on her bended knee,
I wat she’s pale and weary,
O pardon, pardon, noble king,
And gie me back my Dearie!I
hae born seven sons to my Geordie dear,
The seventh ne’er saw his daddie:
O pardon, pardon, noble king,
Pity a waefu’ lady!
Gar bid the headin-man mak haste!
Our king reply’d fu’ lordly:
O noble king, tak a’ that’s mine,
But gie me back my Geordie.
The Gordons cam and the Gordons ran,
And they were stark and steady;
And ay the word amang them a’Was,
Gordons keep you ready.
An aged lord at the king’s right hand
Says, Noble king, but hear me;
Gar her tell down five thousand pound
And gie her back her Dearie.
Some gae her marks, some gae her crowns,
Some gae her dollars many;
And she’s tell’d down five thousand pound,
And she’s gotten again her Dearie.
She blinkit blythe in her Geordie’s face,
Says, dear I’ve bought thee, Geordie:
But there sud been bluidy bouks on the green,
Or I had tint my laddie.
He claspit her by the middle sma’,
And he kist her lips sae rosy:
The fairest flower o’ woman-kind
Is my sweet, bonie Lady!

(Traduzione)
Ci fu una battaglia nel nord,
Di nobili ce n’eran molti;
Sir Charlie Hay fu ucciso
E la colpa ricadde su Geordie.
Scrisse una lunga lettera
E la mandò a sua moglie:
"Dovete venire a Edimburgo
Per accertarvi di quel che dice Geordie.
"Quando vide quella lettera
Arrossì tutta quanta;
Ma non lesse che due o tre parole
Che impallidì come un giglio.
"Datemi il mio bel cavallo grigio,
Tutti i miei uomini vengan con me;
Non voglio né mangiare né bere
Finchè Edimburgo non mi vedrà.
"Montò sul suo bel cavallo grigio
E tutti i suoi uomini andaron con lei;
E non mangiò, né bevve
Finchè Edimburgo non la vide.
Vide per primo il ceppo fatale
E poi la scure per decapitarlo;
Poi vide Geordie scender la scala
Tutto preso in ceppi di ferro.
Ma anche se era tutto incatenato
Con ceppi robusti d’acciaio e di ferro,
Non c’era nessuno in tutta la corte
Che fosse splendido quanto Geordie.
Lei allora si gettò in ginocchio,
Son certo ch’era pallida e triste:
"Perdono, perdono, nobile Re,
Ridatemi il mio amore!
Sette figli ho dato al mio amato Geordie,
Il settimo non ha mai visto suo padre:
Perdono, perdono, nobile Re,
Abbiate pietà d’una povera donna!"
"Dite al boia di sbrigarsi!"
Fu la sdegnosa risposta del Re;
"Nobile Re, prendete tutto quel che ho,
Ma ridatemi il mio Geordie."
I Gordon andavano e venivano,
Ed eran proprio forti e sicuri;
E fra di loro continuavano a dirsi,
"Gordon, tenetevi pronti."
Un anziano lord alla destra del Re
Dice, "Ascoltatemi, nobile Re;
Fatele raccoglier cinquemila sterline
E ridatele il suo amore."
Chi le diede marchi, chi le diede corone,
E chi le diede parecchi talleri;
E lei ha raccolto cinquemila sterline
E ha riavuto indietro il suo amore.
Diede un’occhiata allegra a Geordie,
Disse, "Caro, io t’ho riscattato;
Ma prima di perdere il mio amore
Sul prato ci sarebbero state carcasse insanguinate."
Lui la prese per la vita snella,
E la baciò sulle labbra rosee:
"Il più bel fiore di tutte le donne
È la mia dolce e bellissima sposa!"

Domani riporterò la versione che De Andrè ha poi messo in musica.
Allora...tanto per cominciare pensavo di creare un piccolo "dizionario" dei termini legati alla musica rinascimentale. Inizierei con il termine...

Fioritura: insieme di note inserite in una melodia vocale o strumentale come ornamento, a volte pura e semplice variante virtuosistica, a volte anche dotata di un valore melodico autonomo. Le fioriture risalgono al periodo che va dal '500 al '700. L'etimologia pare vada ricercata nella "florificatio vocis", da cui deriva anche "contrappunto fiorito".

Madrigale: è un componimento musicale vocale nato in Africa, precisamente nella prima metà del 1300, che rispecchia lo schema metrico del testo poetico. Quest'opera contiene infatti varie figure sintattiche,fonetiche e retoriche. Inizialmente a due o tre voci e poi, con l'andare del tempo, sempre maggiormente sviluppatosi sia nella forma che nell'organico vocale cui talvolta si associa l'accompagnamento del liuto o del cembalo (basso continuo), fino a raggiungere la sua più completa perfezione polifonica nella forma a 5 voci con Orlando di Lasso, Luca Marenzio e soprattutto Claudio Monteverdi. Ha come argomenti la natura e l'amore. Era molto diffusa nei madrigali la dissonanza, che era inserita non per errore ma volutamente: questa dissonanza si creava inserendo tra le varie voci intervalli che non erano di terza, sesta, ottava o quinta.

Ecco un esempio di madrigale (tra l'altro, uno dei miei preferiti...prometto che aggiungerò anche il brano musicale; per ora accontentatevi del testo che per me è di una bellezza estrema):

Antonio Capriolo, Quella bella e biancha mano
Quella bella e biancha mano
Che m'accora e po sanarmi
Che per me non trovo altre armi
che la bella e biancha mano
che m'accora e po sanarmi

Se 'l mio foco che sepolto
E mia fe non te palesa
Guarda el biancho e nero volto
Che vedrai la fiamma accesa
Non chiamo altro a mia diffesa
Che la bella e biancha mano

Quella bella e biancha mano...

Miser me che gl'occhi apersi
Per mirar tanta vagezza
Che dì e notte stan sumersi
In un mar di grande asprezza
Pur mio cor non altro aprezza
Che la bella e biancha mano

Quella bella e biancha mano...

Ma da poi ch'Amor m'a gionto
Con suoi inganni a un sì bel nodo
Benedico l'hora e il ponto
Che mi spinse ove mi godo
E se io mor, morendo io lodo
Quella bella e biancha mano